venerdì 27 febbraio 2009

l'assicurazione sanitaria si sta diffondendo anche in Italia

Mentre Obama promette di aumentare le tasse ai ricchi per garantire l'assistenza sanitaria a tutti in Italia, sindacati e imprese, stanno facendo sempre più ricorso all'assicurazione medica per i dipendenti


Negli ultimi anni le grandi aziende italiane stanno facendo accordi con i sindacati per far nascere nuove forme assicurative che permettono ai dipendenti di avere un supporto totale o parziale su molti servizi medici. Questa moda, onestamente, mi sembra molto anacronistica. In Usa tra i problemi che stanno portando le aziende automobilistiche al fallimento c'è proprio l'eccessivo costo del lavoro dovuto, in parte, ai costi sulla salute che pesano sulle aziende e non sullo stato. Questo fenomeno è preoccupante, soprattutto nel lungo termine, infatti c'è la possibilità che, viste le risorse provenienti dalle assicurazioni sanitarie private, lo stato italiano decida di tagliare progressivamente il suo impegno nella sanità pubblica.
Certo io non posso prevedere il futuro -e mi scuso se qualcuno pensa che sia presuntuoso a provare a farlo- però la tendenza è molto preoccupante dato che in Italia, di fatto, l'assistenza sanitaria è gratuita e garantita a tutti. Che bisogno c'è delle assicurazioni?

domenica 15 febbraio 2009

ma davvero il bicameralismo perfetto va cambiato?

per le rivoluzioni ci vogliono le capacità
Parto da un fatto concreto: Giampiero D'Alia ha fatto approvare un suo emendamento al Senato che prevede la "la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo Internet" con la chiusura di tutto il sito web -di tutto non di una pagina-. Di questo argomento si sta parlano molto e non voglio approfondire, il punto è che in caso il nostro sistema parlamentare non prevedesse la staffetta delle leggi da una Camera all'altra la legge sarebbe entrata in vigore, e poi? oppure, qualcuno l'avrebbe bloccata o resa inapplicabile? e come?

una soluzione per questi rischi è stata pensata molti anni fa
Forse qualcuno non ci ha mai fatto caso ma aveti mai sentito dire dai politici -si la legge al momento non va bene e sarà corretta al Senato (o alla Camera)-. Senza Bicameralismo Paritario le leggi malfatte entrerebbero comunque in vigore anche se qualcuno se ne accorgesse basta l'approvazione dalla sola Camera di competenza.
Ma a questo ci avevano già pensato i costituenti, l'obiettivo delle due camere è garantire maggior riflessione e quindi meno errori.

obiettivo 20.000 leggi
Per velocizzare i procedimenti legislativi basterebbe limitare le decisioni prese per legge a principi e norme generali e lasciare le norme di dettaglio ai decreti del governo e ai regolamenti, così da delegiferare il nostro sistema, oggi rigonfio di leggi. Infatti l'obiettivo del ministro della semplificazione è di portare le leggi in vigore a ventimila e raccoglierle in un unico database consultabile GRATUITAMENTE. (oggi sono un numero imprecisato comunque maggiore a 100.000!)

sabato 7 febbraio 2009

continuano le pretese presidenzialistiche di re Silvio I

L'ultima è arriva da Cagliari: la responsabilità del governo, non solo di fare decreti legge, ma anche di decidere riguardo alla loro urgenza.

Straordinario necessario e urgente
In effetti, la questione su chi debba decidere se possa essere approntato un decreto poiché esistono circostanze straordinarie di necessità e urgenza, è ancora aperta. Infatti la decisione non può, semplicemente, essere presa da una commissione successivamente all'entrata in vigore del decreto ma dovrebbe essere presa prima.
Ma da chi? al momento non è sicuramente nei compiti del Presidente della Repubblica, che però deve verificare la costituzionalità del decreto come di tutti gli atti presentati alla sua firma dal governo -e questo è ciò che ha fatto da Napolitano-.
Ma da chi allora? questa domanda non è di facile soluzione, visto che è un giudizio, potrebbe essere fatto da un nuovo organo della magistratura, ma questo andrebbe contro il principio della divisione dei poteri, permettendo ad eventuali giudici di bloccare l'operato del governo.
Fossimo in una repubblica presidenziale basterebbe la semplice volontà del presidente eletto direttamente dagli elettori (come avviene negli USA), ma questo non è il caso dell'Italia, qui anche se nella scheda c'erano i nomi dei leader dei partiti, questo non impediva che il capo del consiglio fosse uno diverso da quello espresso dal partito con la maggioranza relativa.

caso Englaro
Sottolineo che in caso di firma da parte del Presidente della Repubblica del decreto, ci sarebbe stato un secondo intervento finalizzato a "risolvere" il caso di una sola persona e non della generalità. -il primo era stato il regolamento del Ministro della salute che impediva agli ospedali convenzionati (e quindi anche quelli privati) di interrompere l'alimentazione artificiale, sostenendo che non fosse un loro compito-.
La generalità delle leggi, qualsiasi legge, è un punto cardine del diritto. Non è un semplice concetto formale, ma sostanziale, se tutti noi vogliamo essere trattati in modo eguale non possono essere fatte leggi per definire singoli casi.

I "Costituenti filo sovietici"

Mi preme ricordare al nostro Presidente del Consiglio, laureato con 110 e lode in giurisprudenza, che è vero che la Costituzione sia "ideologizzata" (come tutte le Costituzioni), ma non da una sola ideologia, bensì tre: quella socialista, quella liberale, e quella cattolica -e pensare che lui è espressione di tutt'e tre...-

[alcuni dati: corriere.it]

giovedì 5 febbraio 2009

Sì alle ronde padane, davvero troppo simili alle camicie nere

La cosa che più mi preoccupa è il riconoscimento ufficiale dei gruppi dei cittadini (+ o - spontanei) che, di fatto, toglie l'esclusività del controllo sul territorio assegnato alle forze dell'ordine (esclusività già scalfita dalla presenza dei militari in alcune città).


Testo prima del passaggio al Senato

Il disegno originale era ancora più inquietante: le "associazioni tra cittadini" avrebbero potuto cooperare all'attività di presidio del territorio e mancava il divieto espresso dell'utilizzo delle armi.
Questi aspetti sono stati modificati entrambi con con emendamenti del PD (presentati dall'ex magistrato Felice Casson).

Aspettiamo comunque il testo definitivo per passare dalla preoccupazione al terrore.

[alcuni dati: l'Unità]

domenica 1 febbraio 2009

matrimonio gay: non solo unione omosessuale ma anche eguaglianzza tra moglie e marito

La divisione dei ruoli
Molte coppie sposate vivono il matrimonio come il modo di regolare la propria vita e assegnare a ciascuno dei due coniugi dei ruoli. La distribuzione dei ruoli è spesso uguale in ogni coppia: l'uomo lavora fuori casa e svolge poche, basilari mansioni in famiglia (spesa, cucina, accompagnare i figli a scuola, o altre) mentre la donna spesso lavora (per via delle discriminazioni reddituali molte volte ha una busta paga inferiore al marito) e svolge la maggioranza dei compiti casalinghi. Questo -voglio sottolinearlo- è quello che accade nelle maggioranza delle coppie, non in tutte. Comunque un'assegnazione diversa dei compiti è frequentemente vista, dalla coppia stessa e dalla società come un'eccezzione alle regole consuetudinarie che prescrivono un ruolo di gestore della casa alla donna (economia = gestione della casa) e uno di lavoratore/produttore di reddito all'uomo -anche se la donna storicamente ha sempre avuto mansioni lavorative: nei campi, nelle botteghe e poi nelle fabbriche-.

La vera uguaglianza fra coniugi
La possibilità per gli omosessuali di sposarsi non servirebbe solo ad eliminare il trattamento ineguale e la discriminazione basata sull'orientamento sessuale -no!- applicherebbe il principio dell'art. 29 Cost. riguardo l'eguaglianza morale e giuridica tra coniugi, rendendo l'unione matrimoniale, non un unione tra un uomo e una donna ma un unione tra due persone, sin dal principio eguali e sin dal principio senza incarico assegnato dagli usi e dalle consuetudini.