martedì 30 giugno 2009

NOTIZIA FLASH: più celerità per i bonifici

Con l'ultima manovra anticrisi il destinatario di un bonifico non dovrà più aspettare 4 giorni, come avviene oggi, ma solo uno (anche se la disponibilità resterà a 4). Grazie a questa novità gli acquisti on line pagati, con bonifico, saranno spediti il giorno dopo e non si dovrà più attenedere quasi l'intera settimana come avviene oggi.

martedì 23 giugno 2009

Una proposta per modificare le regole del referendum


Non più un numero minimo di votanti, ma un numero minimo di SI

Tecnicamente oggi il referendum abrogativo richiede una soglia minima di votanti, il quorum, pari al 50% più uno degli aventi diritto.
Un modo per garantire allo stesso tempo un numero minimo di voti e una validità più probabile potrebbe essere quella di rendere il referendum valido se si raggiunge la soglia minima del 30 % di voti positivi. Ciò comporterebbe che in caso solo il 40 % degli aventi diritto andasse a votare ma solo una piccola percentuale di questi votasse no il referendum sarebbe valido, e gli astenuti non si potrebbero considerare come votanti ma come soggetti disinteressati.

Alcuni esempi:
31% degli aventi diritto si schiera a favore il 15% contro e il resto si astiene. Va a votare il 46% degli aventi diritto e coloro che si astengono non sono per il no, ma per il non mi interessa. Il referendum passa.

20% degli aventi diritto favorevole 15% contraria resto astensioni. Risultato: il referendum non passa, troppi pochi sono i favorevoli.

30% degli aventi diritto favorevole 33% contraria, resto astenuti. Vince il no, il referendum non passa.

Gli obiettivi sono due: lasciar esprimere ai referendum complessi persone che conoscono i temi, lasciare coloro che non hanno sufficienti informazioni la libertà di astenersi, senza far diventare il loro voto un no, ma un semplice non lo so, fate voi.

venerdì 19 giugno 2009

l'investitore dei "fidanzatini" e il dolo eventuale

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La sentenza appello ha riformato quella di primo grado per Stefano Lucidi che ha investito Alessio Giuliani e Flaminia Giordani uccidendoli.

In primo grado il giudice aveva stabilito che si trattasse di dolo eventuale, un concetto molto tecnico che adesso cercherò di spiegare con un esempio. Mettiamo il caso che un uomo con una pistola entri in una stanza. Insieme a lui ci sono altre persone. La stanza è buia e l'uomo non sente alcun rumore e quindi non sa dove si trovano le altre persone. L'uomo spara e colpisce qualcuno. Questo è un caso di dolo eventuale, cioè fare un'azione che si sa ha una probabilità altissima o la certezza di danneggiare altri. Senza voler danneggiare qualcuno in particolare.

Per il secondo grado, invece, la fattispecie rientra nella colpa. La colpa ha invece come fulcro la mancanza di volontà, volontà che sembra non essere presente nemmeno nel dolo eventuale, ma che in realtà proprio per le elevate probabilità o la certezza è presente.

L'avvocato della difesa ha parlato di colpa cosciente (un'aggravante della colpa): che sta a dire che manca l'accettazione dell'agente dell'evento possibile ma anzi l'agente è convinto che non accadrà nulla.

Concludo con una domanda: un automobilista al quale era stata già sospesa la patente, il quale va a 100 km/h in centro, al quale la fidanza dice di rallentare; può considerarsi non conscio della pericolosità delle proprie azioni e della certezza che il suo comportamento non farà accadere nulla?

dolo, colpa, alcuni dati

martedì 9 giugno 2009

Più politiche per la Famiglia uguale meno politiche per l'individuo

Il discorso è molto semplice: quando decido di privilegiare negli aiuti i nuclei familiari è evidente che comprimo quelli destinati ai cittadini come individui.
Però è pacifico che la società odierna si fondi davvero sulla famiglia, per più motivi: è una consuetudine millenaria (è un istituto rilevabile praticamente da quando si conosce la storia); è più semplice da aiutare, basta un versamento monetario o un qualche altro tipo di aiuto a un gruppo per accontentare 3,4,5 persone; è politicaly correct perché oggi piace a tutti riempirsi la bocca con la parola "famiglia", meglio se tradizionale (tradizionale nel senso di tribù o di poligamia?); e perché quasi tutti hanno una famiglia, oppure, come in Italia sono una famiglia unipersonale, che è evidente sia una forzatura giuridica.

E gli altri? chi pensa agli altri? quelli che una famiglia non ce l'hanno. Quelli che evidentemente sono più in difficoltà dato che oltre a vivere in solitudine ricevono meno aiuti dallo Stato perché ritenuti meno "utili", perché non "figliano".
Mi sembra di sentire una zia allevatrice che parla di conigli e dice che quella femmina non "figlia" (partorisce) più e quindi conviene farla arrosto perché non più utile al suo scopo di "produttrice di nuovi conigli".

L'uomo non può essere considerato uno strumento dello Stato! E' lo Stato ad essere uno strumento dell'uomo, è lo Stato (con la s maiuscola) quello che deve aiutare i cittadini più deboli. Debolezza derivante da qualsiasi ragione: economica, sociale, religiosa, psicologica. Si deve occupare di lui in prima persona, come individuo, non di tutto il suo nucleo familiare, altrimenti l'aiuto alla famiglia diventa uno sloga che si realizza in sfruttamento della famiglia che si deve far carico da sola dei suoi individui più in difficoltà.

Il nord Europa
Questa è la differenza principale tra il sistema sociale del nostro Paese e quello nel nord Europa, lì non esistono le badanti ma appartamenti per anziani semi autosufficienti, lì i giovani che studiano vengono sostenuti dallo Stato, lì lo Stato si prende cura dei suoi cittadini in difficoltà perché questo è tutto ciò che deve fare, indipendentemente dalla fortuna di far parte di una famiglia o essere soli.

sabato 6 giugno 2009

Il PDL ci salverà dall'estrema destra


Al costo di aver neutralizzato la sinistra


Si sa che nei momenti di crisi sono i partiti reazionari a vincere, e lo si può già vedere dai risultati olandesi dove l'estrema destra ha raggiunto risultati vicini al venti per cento (immaginatevi che in Italia al posto del PD ci sia Forza Nuova). Il motivo di questi risultati è sostanzialmente uno: la paura che un cambiamento del corso politico cambi in peggio la propria situazione economica e sociale.
In Italia però il partito di Berlusconi è riuscito 1) a far fondere Alleanza Nazionale con il suo PDL (un partito generalista, per usare un linguaggio televisivo) 2) a convincere anche l'ex capo di Forza Nuova -la Mussolini- ad unirsi a lui e 3) a far uscire da AN la parte più estremista guidata da Storace -per non parlare dell'uscita dalla scena politica, prima al voto con Storace e poi... boh, della Santanchè che forse comunque rientrerà- e 4) ad allearsi con la Lega riuscendo a "moderarla".

Il PDL, secondo i sondaggi berlusconiani supererà il 40 % e forse quella che avrebbe dovuto essere l'alternativa, il PD, non arriverà nemmeno al 20%.

Tutto ciò è molto preoccupante dato che l'unica altra alternativa seria a Berlusconi è l'IDV, il partito di Di Pietro, visto che Casini nella maggior parte dei comuni è alleato con il PDL.
E' preoccupante non per le capacità del leader o del suo partito, ma per quella che è l'attuale rappresentanza in Parlamento, molto bassa 4,5%. Forse però alle elezioni europee riuscirà a superare addirittura il 10% dei consensi, vedremo.

E la sinistra resta divisa, ci sono comunisti lavoratori (o simile), Rifondazione Comunista, e Sinistra e Libertà (capitanata da Vendola, bravo politico ma incapace di accettare la sconfitta per la corsa di segretario di Rifondazione), quest'ultimo che ha al suo interno 2 o tre simboli diversi. Ma che senso ha? perché non cercano dei punti in comune, fanno qualcosa di simile alle primarie, ma serie, con candidati veri, e provano ad unirsi sotto un unico nome ed un unico programma?

PERO' Bisogna avere coraggio per queste elezioni europee, c'è davvero il pericolo di una forza politica troppo forte, e poco controllabile dai cittadini, al Parlamento Europeo. Si sa già che il partito conservatore ha stravinto in Inghilterra, l'estrema destra ha il venti per cento dei seggi spettanti all'Olanda, in Francia probabilmente verrà confermato partito di maggioranza quello di Sarkozy e in Spagna, per colpa della Crisi, i consensi di Zapatero stanno diminuendo. Straperdere, ma soprattutto stravincere, in politica è sempre molto pericoloso, votate con cautela.