lunedì 13 aprile 2009

Superiamo, insieme, l'8 per mille


Ognuno scelga a chi donare i propri soldi
E' in questi tempi di crisi economica che si fanno notare le ingiustizie più grandi, quelle che prima sembravano poca cosa e che ora diventano odiose e inaccettabili. L'otto per mille è una parte dell'imposta IRPEF che il contribuente può versare alla Chiesa Cattolica, Valdese, ad altre o allo Stato. Tutti questi enti si impegnano, e per quanto riguarda le varie confessioni religiose lo fanno, ad utilizzare queste risorse per fini sociali (Lo stato, però, ne ha utilizzata una parte per la guerra in Iraq, ma anche la Chiesa Cattolica e quella Evangelica Luterana ne utilizzano parte per il sostegno dei propri sacerdoti e quella Cristiana avventista del settimo giorno ne utilizza una parte per la gestione e la pubblicità [fonte: wikipedia]).
Questo tipo di finanziamento è ingiusto perché, di fatto, spinge i cittadini, anche non praticanti, a versare parte dei soldi destinati alla collettività generale, sotto la gestione di enti religiosi. Non ci sarebbero problemi se le persone donassero direttamente alla loro confessione dei soldi, ma qui si parla di donarli tramite imposte che lo Stato prende ma non usa. Eccolo il problema logico, lo Stato è trasformato in intermediario per una donazione privata "voluta" da me. Questo non è il suo compito!
Per non parlare dell'origine, senza andare nel dettaglio, parliamo di una compensazione post unificazione d'Italia, e agli'altri Stati chi li ha risarciti?
Il nostro è uno strano Paese.

Proposta
Anche non avendo alcun titolo volevo fare questa proposta, dato che considero questo modo di spartirsi le nostre tasse iniquo e dato che per il 5 per mille c'è un tetto di 380 milioni, perché non unifichiamo i due lasciando libero il cittadino di destinare l'1 per cento (o 10 per mille) all'associazione senza fini di lucro, o alla finalità (ricerca ecc.) che crede?
R: -Perché siamo uno Stato Cattolico, e il principio di eguaglianza non è nel nostro DNA-

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