domenica 1 febbraio 2009

matrimonio gay: non solo unione omosessuale ma anche eguaglianzza tra moglie e marito

La divisione dei ruoli
Molte coppie sposate vivono il matrimonio come il modo di regolare la propria vita e assegnare a ciascuno dei due coniugi dei ruoli. La distribuzione dei ruoli è spesso uguale in ogni coppia: l'uomo lavora fuori casa e svolge poche, basilari mansioni in famiglia (spesa, cucina, accompagnare i figli a scuola, o altre) mentre la donna spesso lavora (per via delle discriminazioni reddituali molte volte ha una busta paga inferiore al marito) e svolge la maggioranza dei compiti casalinghi. Questo -voglio sottolinearlo- è quello che accade nelle maggioranza delle coppie, non in tutte. Comunque un'assegnazione diversa dei compiti è frequentemente vista, dalla coppia stessa e dalla società come un'eccezzione alle regole consuetudinarie che prescrivono un ruolo di gestore della casa alla donna (economia = gestione della casa) e uno di lavoratore/produttore di reddito all'uomo -anche se la donna storicamente ha sempre avuto mansioni lavorative: nei campi, nelle botteghe e poi nelle fabbriche-.

La vera uguaglianza fra coniugi
La possibilità per gli omosessuali di sposarsi non servirebbe solo ad eliminare il trattamento ineguale e la discriminazione basata sull'orientamento sessuale -no!- applicherebbe il principio dell'art. 29 Cost. riguardo l'eguaglianza morale e giuridica tra coniugi, rendendo l'unione matrimoniale, non un unione tra un uomo e una donna ma un unione tra due persone, sin dal principio eguali e sin dal principio senza incarico assegnato dagli usi e dalle consuetudini.

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